L’UTILITA’ DEL VOTO
Quando i giornalisti mi interrogano sul “voto utile”, cerco di spiegare che sono più interessato all’utilità del voto. Un tema, questo, assente nel dibattito politico toscano per colpa grave dei partiti maggiori, da destra fino al PD. Partiti disinteressati dal crollo della partecipazione politica di toscane e toscani.
Dovete sapere che cinque anni fa più della metà delle toscane e dei toscani non è andata a votare alle elezioni regionali. Un dato inquietante, il più basso della storia regionale. Una storia di deterioramento progressivo della partecipazione politica ben raccontato da questo grafico. Come potete vedere, fino al 1995, più di 8 toscani/e su 10 andavano a votare convintamente chi li/le rappresentava a livello regionale. E in vent’anni questo patrimonio di fiducia, passione, coscienza civile, è stato dilapidato inesorabilmente.
Qualcuno se n’è interessato nel PD o a destra? No. E il motivo è semplice: questo sistema assicura le rendite di posizione.
Pochi lo notano ma quando i sondaggi indicano il 48% delle preferenze per il candidato del PD, stanno calcolando la percentuale sugli elettori e le elettrici che presumibilmente andranno a votare. E le stime ci dicono che potrebbero essere intorno al 40% dell’elettorato totale. Quindi oggi Partito Democratico e satelliti, insieme al loro apparato, così come Lega e sodali, messi tutti insieme rappresentano sì e no 3 toscane e toscani su dieci con diritto di voto! Sono numeri scritti nelle statistiche. Basta saperli leggere.
Questo significa che quasi 2 milioni di toscane e toscani si fanno curare dal servizio sanitario regionale, prendono mezzi pubblici del trasporto pubblico locale, portano figlie e figli o nipoti in scuole costruite ristrutturate con l’edilizia scolastica pubblica, lavorano, studiano, vivono la loro vita nel sistema toscano e non si sentono rappresentate dalla politica regionale di chi sostiene Eugenio Giani e Susanna Ceccardi.
Noi vorremmo parlare a questi 2 milioni di toscane e toscani. E dir loro che il voto è utile.
A chi ha smesso di votare, a chi si è disaffezionato vogliamo dire: il tuo voto conta, votando puoi contribuire a orientare la politica regionale dei prossimi 5 anni. E questo a prescindere dal nome che barrerai nell’urna come presidente (anche se spero sia il mio, per ovvie ragioni), così come a prescindere dal simbolo di lista che raccoglierà la tua preferenza perché ti rappresenta di più.
Per noi la PARTECIPAZIONE, parola sparita dal vocabolario del PD e del M5S e mai stata presente nel vocabolario della destra, deve diventare il cuore del governo regionale.
Quanto oggi decide il Presidente – con o senza il disco verde dei consiglieri regionali di maggioranza – dovrà essere deciso attraverso processi collegiali e partecipativi. Quanto oggi ci siamo abituati a veder calato dall’alto, senza spiegazioni, deve essere il risultato di percorse di partecipativi e di un dibattito pubblico.
Solo così il tuo diritto ad orientare la linea politica su sanità, infrastrutture, edilizia scolastica o politiche sociali regionali sarà esercitato per cinque anni e non, come oggi accade, una volta ogni cinque anni.
Il 20 e 21 settembre partecipa al voto. Scegli di scegliere. Scegli l’utilità del voto!