SIENA

Abbiamo scelto di presentare le candidate e i candidati di Toscana a Sinistra della circoscrizione Siena di fronte alla sede del Monte dei Paschi. Lo abbiamo fatto per ribadire che questa banca italiana, recuperata dallo Stato dopo il più grande scandalo finanziario d’Europa, deve restare pubblica e avere un ruolo strategico in questa fase per sostenere famiglie e imprese in difficoltà a causa dell’emergenza Covid-19. Se andremo al governo regionale ci opporremo al disegno trasversale PD-M5S-Renzi e Lega di far tornare MPS privata prima della fine del 2021. Un progetto miope e sbagliato. Abbiamo visto come il sistema bancario privato abbia dimostrato lentezza e procedure farraginose in questa fase di emergenza, rendendo difficilissimo l’accesso al credito.

La Germania ha una ricca rete territoriale di banche pubbliche, non si capisce perché l’Italia non debba averne una propria. Noi proponiamo che Monte dei Paschi sia la nostra banca pubblica nazionale. Teniamola e sfruttiamo la capillarità della sua presenza territoriale, i suoi sportelli presenti ovunque, la Toscana ne trarrà grande vantaggio.

Toscana a Sinistra è l’unico progetto di cambiamento per il governo della nostra regione. Proponiamo una svolta verde e di giustizia sociale che deve partire dal rafforzamento di una sanità territoriale impoverita e privatizzata nel corso del tempo e da un piano speciale di edilizia residenziale pubblica, per dare una casa a chiunque ne abbia bisogno, recuperando immobili inutilizzati e degradati.

E poi le infrastrutture: anche qui a Siena i pendolari del trasporto pubblico, in particolare di quello ferroviario, soffrono da tempo per il mancato raddoppio dei binari unici. Sono partiti i lavori per raddoppiare il tratto ferroviario di Granaiolo della Firenze-Siena e arrivare alla metà del tracciato ma non è sufficiente. Noi vorremmo stanziare i fondi per raddoppiare tutta la Empoli-Siena in quattro anni. Bastano 30 km in più e un po’ dei milioni che la Regione vorrebbe buttare sull’inutile e pericoloso sotto-attraversamento dell’alta velocità Firenze, quando esiste un’alternativa di superficie molto meno costosa e più efficiente. Se fossimo stati noi al governo regionale, la Toscana non avrebbe contribuito a sperperare un miliardo di soldi pubblici per il buco della Foster di Firenze. Li avremmo destinati alle tante opere utili ai territori, al trasporto pendolare, al turismo lento e di qualità, tra cui appunto il raddoppio dei tratti Empoli-Siena, Siena-Grosseto e Siena-Chiusi.

Questo territorio, costretto in un ambito territoriale ben poco ottimale assieme ad Arezzo e a Grosseto, è il simbolo del fallimento della gestione privatistica del servizio pubblico. Il caso SEI Toscana è davanti agli occhi: percentuali di raccolta differenziata tra le peggiori del centro-nord Italia e tariffe fra le più care. Chi ha voluto questo modello, il Partito Democratico, e chi lo sposa con convinzione, come il centrodestra, ribadisce così di non aver capito nulla dell’enorme potenzialità di lavoro stabile legata all’economia circolare e all’obiettivo rifiuti zero.

E l’economia circolare non è certo l’impianto di carbonizzazione di fanghi a Chiusi, che anche grazie a noi ACEA ha dovuto ritirare, impianto dove volevano produrre biolognite, un carbone di scarsissima qualità, proprio quando la sfida per il pianeta ci impone di superare i combustibili fossili, inquinanti e climalteranti. L’economia circolare è recupero della materia prima seconda e reimmissione nel ciclo produttivo: dai pneumatici alla carta, dalla plastica al vetro, dai metalli alle componenti pregiate dei circuiti nei pc. Serve competenza e serve visione per strutturare una corretta economia circolare. E i nostri sfidanti dimostrano, in ogni loro dichiarazione, di non possederle.

Vogliamo indirizzare i miliardi che arriveranno dall’UE alla Regione Toscana verso la conversione ecologica delle produzioni, la creazione di lavoro stabile, l’innovazione digitale, le opere utili – dai raddoppi ferroviari, agli interventi di contrasto del dissesto idrogeologico, fino all’edilizia scolastica e sanitaria – ma lo potremo fare solo stando fuori dalla logica dei profitti per pochi, scegliendo l’interesse collettivo. Ecco perché diciamo: la gestione dei servizi essenziali dev’essere pubblica. Acqua, trasporto locale, scuola, sanità devono essere gestite nell’interesse generale.

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