Pietrasanta e Viareggio. Sanità pubblica per tutte e tutti, tuteliamo i beni comuni
A Pietrasanta con i candidati e le canddiate della circoscrizione di Lucca abbiamo ribadito che per noi la sanità dev’essere pubblica e la sanità pubblica deve riprendersi lo spazio lasciato alla sanità privata da chi ha governato questa regione. Sul punto il candidato di Renzi e la candidata di Salvini sono unanimi: vogliono una sanità privata stampella di quella pubblica, una stampella sempre più importante.
Noi vogliamo riprenderci l’uso delle gambe senza stampella.
Vogliamo una sanità più efficiente, senza liste d’attesa, capace di assicurare qualità dalla diagnostica alla chirurgia specialistica. Oggi le toscane e i toscani sono spesso costretti a rivolgersi al privato per ottenere in tempi ragionevoli un servizio che la Costituzione imporrebbe allo Stato, pagato dalla fiscalità generale.
Dobbiamo tornare alla Costituzione. Al diiritto universale alla salute, facendo lavorare i macchinari h24 e assumendo medici e mediche, infermieri e infermiere, in grado di usarli. Reinternalizzando i servizi esternalizzati, come il CUP. E dobbiamo superare il sistema dei ticket sanitari. Siamo riusciti come Toscana a Sinistra, dall’opposizione, a far eliminare il contributo di digitalizzazione. Fateci governare e torneremo ad assicuarare ai toscani e alle toscane la sanità pubblica che meritano.
Il nostro tour nella circoscrizione Lucca è poi approdato a Viareggio. Ci siamo trovati nella pineta storica, a levante e lì abbiamo spiegato il nostro sì convinto alla sua tutela e valorizzazione della pineta. Un progetto da perseguire accantonando definitivamente la folle idea dell’asse di penetrazione.
In campagna elettorale pare ormai lo dicano tutti e tutte, anche chi, come il sindaco uscente tiene in vita il progetto e ha negato un percorso partecipativo per analizzarlo con le cittadine e i cittadini di Viareggio. Noi vogliamo quel percorso partecipativo e siamo certi che arriverebbe alla nostra stessa conclusione: la tutela della pineta e la sua valorizzazione sono incompatibili con questa lingua di cemento di 16 metri di larghezza che qualcuno vorrebbe infilare in mezzo ad un’area patrimonio della collettività.