Fuori la mafia dalla Toscana. Serve una Commissione regionale speciale

Dal bene comune della Tenuta di Suvignano, strappata alla mafia nel 2007, abbiamo lanciato la proposta di una Commissione regionale per il contrasto alla criminalità organizzata. Una Commissione che lavori a stretto contatto con le forze dell’ordine e la magistratura.

Questo di Suvignano è il più importante bene confiscato in Toscana a un imprenditore legato a Cosa Nostra, un simbolo della lotta alle mafie e alla criminalità organizzata, che come sappiamo fa affari riciclando i propri soldi anche in Toscana. Un business oggi ancor più redditizio purtroppo a causa della crisi legata all’emergenza Covid-19, a causa della quale molte imprese e famiglie svendono beni e attività per mancanza di denaro o si espongono al dramma dell’usura.

La Procura di Siena ha aperto un’indagine per rogo doloso per quanto accaduto poche settimane fa. E tutto lascia pensare che si sia trattato di un avvertimento, di un gesto simbolico come quelli che purtroppo capitano spesso nelle regioni di origine.

Siamo preoccupati. L’allarme lanciato appena un mese fa dalla Fondazione Caponnetto, secondo la quale la Toscana “rischia oggi più che mai di essere divorata dalle mafie”, ci impone di alzare l’attenzione.

Sappiamo che sul territorio dell’area metropolitana fiorentina sono presenti gruppi riconducibili alle famiglie mafiose siciliane, calabresi e campane e gruppi criminali di nazionalità straniera. E sappiamo che negli ultimi anni ci sono state operazioni al porto di Livorno che hanno dimostrato l’interesse criminale della ‘Ndrangheta che lo utilizza per i suoi traffici.

Dobbiamo vigilare oggi più di prima su tutti i fenomeni legati alla criminalità organizzata e a questo servirà la Commissione speciale che abbiamo proposto.