ECCIDIO DEL PADULE. DALLA PARTE DEI FAMILIARI DELLE VITTIME

Oggi ho partecipato alle cerimonie di commemorazione dell’eccidio del Padule. Antonio Cavallini è un familiare delle vittime di questa strage e oggi ha ricordato ai presenti una battaglia di giustizia. I familiari delle vittime devono essere risarciti anche a 76 anni di distanza. Lo dice la sentenza tardiva, arrivata nel 2012, e ad oggi mai attuata. Da presidente della Regione chiederei formalmente allo Stato tedesco di saldare il proprio debito con queste persone. Perché il loro dolore è sempre lì a raccontarci che non ci fu giustizia allora e questa manca ancora.

Qui vennero trucidate 174 persone innocenti: donne, anziani e bambini, alcuni dei quali piccolissimi. Silvana Tognozzi e Giampiero Arinci avevano appena un anno. Quella del Padule fu una delle stragi nazifasciste più gravi e si consumò il 23 agosto 1944 “in gronda”, cioè ai bordi della zona umida dove era sfollata la maggior parte della popolazione, poiché i reparti nazisti non giunsero mai nel cuore dell’area, temendo attacchi partigiani.

Oltre a Fucecchio furono colpiti anche i comuni di Larciano, Cerreto Guidi, Monsummano e Ponte Buggianese. Non fu un combattimento tra pari, fu un efferato crimine di guerra, esemplificativo della strategia del terrore che i nazisti misero in atto per fare terra bruciata intorno alla loro ritirata, piegare la popolazione e spegnere il sostegno nei confronti della Resistenza”.

Ma alla mattanza del Padule non parteciparono nelle vesti di aguzzini soltanto soldati e ufficiali tedeschi: ci furono anche i fascisti italiani. Spesso a volto coperto, per non farsi riconoscere da coloro che saranno uccisi o che vedranno le loro famiglie massacrate. Gli stessi che, dopo essersi ritirati al seguito delle truppe germaniche, ritorneranno di lì a qualche anno sul luogo del delitto. Impuniti e ancora capaci di incutere timore tra i superstiti.

A distanza di 76 anni abbiamo il dovere di tenere viva la memoria, per orientare le nostre azioni nel presente, per contrastare ogni forma di revisionismo e di razzismo.