OVERSHOOT DAY 2020. SOLO LA SVOLTA VERDE CI SALVERA’
Oggi è l’ “overshoot day”, il giorno del sovrasfruttamento delle risorse terrestri da parte dell’umanità. Con il lockdown abbiamo guadagnato solo 24 giorni rispetto al 2019. Il blocco di qualche mese in svariati paesi del mondo ha ridotto l’uso dell’auto privata, ha ridotto gli acquisti all’indispensabile, ha ridotto e in larga parte fermato la produzione globale di beni tossici. E questo ci ha fatto guadagnare solo 24 giorni. Il terrore del collasso economico, la ripartenza come ritorno alla “fase pre-covid19” ha fatto riavviare la mega-macchina ad una velocità ancor più insostenibile.
La svolta verde è una necessità globale e locale, un tempo avremmo detto “glocale”. Un nuovo lockdown sarebbe una tragedia, ma è altrettanto tragico non aver ricavato alcuna lezione da quanto è accaduto.
Per questo noi proponiamo una svolta verde per la nostra regione. E svolta verde significa innanzitutto porre paletti rigidi agli ingentissimi finanziamenti pubblici che saranno destinati al mondo imprenditoriale nei prossimi anni. Questi miliardi di euro dovranno andare solo a chi fa conversione ecologica delle produzioni e assicura lavoro stabile. Sì, lavoro stabile e non precario, perché l’altra faccia della svolta verde è la svolta per la giustizia sociale. Lo ripeterò fino alla noia.
Questo significa riprogettare i processi produttivi e alimentarli con energie rinnovabili, favorire l’ecodesign dei prodotti e renderli interamente riciclabili, costruire distretti dell’economia circolare. Ma svolta ecologica significa anche transizione dall’incenerimento alle così dette “fabbriche dei materiali” e agli impianti a freddo. Allo stesso modo le raffinerie dovranno convertirsi in poli dedicati alla produzione di energia rinnovabile da sole, vento e maree. E anche la piccola impresa locale, artigiana, con 15 dipendenti, deve poter chiedere alla Regione di essere aiutata a convertire il sistema produttivo, riducendo al minimo lo scarto indifferenziato, e noi risponderemo sì, in cambio delle riduzione della precarietà.
Vent’anni fa ero nelle piazze a ricordare che “un altro mondo è possibile” solo se salviamo la natura di cui siamo noi stessi parte. Dopo vent’anni sono rimasto della stessa idea.