MATTEO SALVINI ODIA I GIORNALISTI. LA MIA SOLIDARIETA’ A IL TIRRENO
Matteo Salvini odia i giornalisti. Non capisce la fondamentale e insostituibile funzione della stampa in una società democratica.
Ieri, durante il suo giro elettorale in Toscana al fianco di Susanna Ceccardi, sì è lanciato in un nuovo vergognoso attacco contro il mondo dell’informazione. Stavolta se l’è presa con il Tirreno, un quotidiano che svolge un importante lavoro di informazione sulle vicende della nostra regione. Ma che secondo l’ex ministro dell’interno non darebbe sufficiente spazio alla sua candidata toscana.
Non è la prima volta che Salvini e la Lega attaccano i giornalisti e purtroppo nel mondo politico sono in troppi a considerare la stampa libera un nemico. Anche Grillo, anni fa, se la prese con il Tirreno. E persino alcuni esponenti del PD, in passato, non hanno lesinato attacchi e gesti eclatanti contro la stampa: un sindaco di Firenze arrivò a incatenarsi per protesta davanti alla sede romana di Repubblica.
Non a caso, secondo un recente rapporto del Consiglio d’Europa, l’Italia è uno dei Paesi in cui i politici mostrano la maggiore ostilità nei confronti dei giornalisti.
Salvini e Ceccardi ignorano quanto sia difficile il mestiere di giornalista in Italia: tra condizioni di sfruttamento, intimidazioni, querele e processi le fondamenta dell’articolo 21 della Costituzione sono minate sempre più.
Certo, è più comodo essere vicini al potere che controllarlo, molto più facile essere amici dei politici che fare i ‘cani da guardia’ della democrazia. Ma in questo caso si tradiscono l’etica, la deontologia e la stessa ragion d’essere del giornalismo.
Non posso che esprimere tutta la mia solidarietà al direttore del Tirreno, Fabrizio Brancoli, e a tutti i giornalisti e le giornaliste per l’attacco calunnioso e ingiustificato di Salvini, costruito ad arte per alzare il livello dello scontro di una campagna elettorale che avrebbe viceversa bisogno di concentrarsi su questioni di merito, sui bisogni della popolazione, sul futuro della Toscana. Ma di tutto ciò a Salvini, evidentemente, non importa nulla.