LAVORO STABILE CON LA SVOLTA VERDE
Abbiamo scelto di presentare le candidate e i candidati di Toscana a Sinistra della circoscrizione Livorno da questo luogo, la raffineria ENI, per ribadire il nostro no al gassificatore che vorrebbe bruciare qui i rifiuti fiorentini e il nostro sì alla riconversione ecologica di quest’area. Il gassificatore tratterà circa 200mila tonnellate l’anno di rifiuti plastici non riciclabili e rifiuti indifferenziati provenienti anche da altre regioni. È evidente che al momento si cerca di scaricare sulle spalle di Livorno i problemi irrisolti dell’area fiorentina, aggirando la regola della chiusura del ciclo dei rifiuti all’interno dei singoli Ambiti Territoriali Ottimali. E anche se in campagna elettorale non se ne parla più, purtroppo il progetto non è stato abbandonato nonostante una grande protesta popolare.
Noi pensiamo invece che un’altra scelta sia possibile e che esista un’alternativa a tutto ciò. Serve un accordo di programma per la bonifica delle aree di Sin/Sir di Livorno e Collesalvetti che stanno causando un grave problema di salute delle persone. Poi è necessario investire su impianti per recuperare i materiali da rifiuti con trattamenti a freddo, impianti che danno molta più occupazione e non inquinano.
I 15 miliardi di euro che arriveranno dall’UE per la Toscana devono essere destinati a chi farà qui, in quest’area, come in altre aree della Toscana, conversione ecologica, produzioni innovative e sostenibili per creare lavoro stabile. Non devono finire a pioggia ai soliti noti o dispersi senza programmazione.
Quest’area era già in crisi complessa prima della pandemia. Oggi la crisi si è acutizzata. A chi ha perso il lavoro è difficile poter dire “tranquilli tutto passerà con la darsena Europa”. Non è così. La Darsena Europa nella sua versione light, verificata nel suo impatto ambientale e sanitario, è uno dei punti di sviluppo di medio periodo per l’area livornese. Ma intanto, se diventassi Presidente della Regione, chiederei di rinnovare l’accordo di programma per l’area di crisi complessa scrivendo nero su bianco che qui serve una Zona Economica Speciale. Le zone in crisi complessa dovrebbero godere di regimi fiscali agevolati in automatico. E questo da subito porterebbe risorse e investimenti a Livorno, Collesalvetti, Piombino e Rosignano.
E su Piombino voglio essere chiaro: noi vogliamo tenere l’acciaio a Piombino. L’acciaio necessario al raddoppio delle linee ferroviarie a binario unico. L’acciaio che potrà essere prodotto con tecnologie sostenibili, come i forni elettrici, solo se sarà a guida pubblica. La Germania lo aveva capito prima di tutti in Europa e oggi dobbiamo seguirla: basta con l’inseguire imprenditori mordi e fuggi, prima Rebrab poi ora Jindal che poi lasciano gli operai a casa. Solo una nazionalizzazione delle acciaieria piombinesi può assicurarci lavoro stabile, per produrre ciò di cui abbiamo bisogno ad esempio per i raddoppi ferroviari, con tecnologie sostenibili.
L’area di Livorno e Piombino soffre da tempo della miopia politica del PD, anche in tema di sanità. Siamo intorno ai 2,8 posti letto ogni mille abitanti, ben lontani dall’obiettivo 3,7 definito dal decreto Balduzzi. Per noi rafforzare la sanità pubblica non significa però soltanto potenziare le strutture ospedaliere ma anche potenziare la prevenzione sul territorio e andare verso la costruzione di una vera vita indipendente che consenta di superare l’istituzionalizzazione, contrariamente a quanto stanno facendo per esempio a Cecina, con una nuova grande Rsa.
Il nostro progetto come vedete è alternativo ai carri armati di Giani e alle ruspe di Saccardi e Salvini. E’ l’unica svolta verde e di giustizia sociale per una regione che solo così potrà dare un presente e un futuro ai suoi giovani.