LA FABBRICA DEI MATERIALI

Abbiamo scelto di presentare la lista di Grosseto per le elezioni regionali davanti all’inceneritore di Scarlino. Ci sembrava doversoso anche per ricordare che alcune settimane fa il gruppo di Toscana a Sinistra è riuscito a far approvare dal Consiglio regionale lo stop alla nuova procedura di valutazione di impatto ambientale di questo impianto. Un atto, scritto assieme ai comitati e votato dall’intero Consiglio regionale, che mette politicamente una pietra tombale sull’inceneritore.

A chi ci dice “dove andranno i lavoratori dell’inceneritore?” rispondiamo che, se vinceremo noi, staranno al loro posto di lavoro nella ‘fabbrica dei materiali’ con la quale sarà rigenerata l’area a livello industriale verde. E in quella fabbrica, centrata sull’economia circolare, lavoreranno insieme ad altre lavoratrici e altri lavoratori. Perché la filiera di rifiuti zero, del riciclo dei materiali e del reinserimento nei cicli produttivi assicura molta più occupazione e reddito dell’incenerimento. E la assicura già partendo dalla raccolta porta a porta con tariffa puntuale. La scelta dell’incenerimento è sempre la peggiore sotto ogni punto di vista: economia, salute, ambiente e posti di lavoro. E’ l’esatto contrario dell’economia circolare e trasforma l’atmosfera in una discarica avvelenata. L’inceneritore di Scarlino tra l’altro è un impianto fuorilegge dal 2005 con tecnologia desueta che non rispetta le caratteristiche strutturali previste dalla normativa nazionale per abbattere le diossine in uscita dalle camere di post-combustione.

Il territorio della provincia di Grosseto è stato sempre centrale nel lavoro di Toscana a Sinistra nei cinque anni di legislatura appena conclusi. Pensiamo da sempre che non debba esistere una Toscana di serie A e una Toscana di serie B, e che sia necessario recuperare i divari e le disuguaglianze fra i diversi territori della regione, a partire dalla costa, dalle aree montane e più disagiate che da tempo patiscono l’impoverimento dei servizi e un’impressionante desertificazione produttiva, come nel caso della zona amiatina.

Questo significa accelerare le bonifiche necessarie sul territorio di Orbetello e sostenere la creazione del Parco Nazionale del Monte Amiata insieme ai comuni del territorio, alle associazioni ambientaliste e alla cittadinanza per favorire lo sviluppo di un turismo rispettoso dell’ambiente, uscendo dalla monocoltura geotermica.

Crediamo che l’area abbia tutte le carte in regola per entrare nell’elenco delle aree naturali protette, attraverso la progettazione di un modello di parco di nuova generazione. Sarebbe un modo concreto per rilanciare il lavoro e l’economia amiatina promuovendo un miglior utilizzo degli incentivi e delle agevolazioni regionali, di cui le aziende della zona stanno facendo scarsissimo uso.

In tutta l’area del grossetano vorremmo incentivare la creazione di una filiera per la trasformazione dei prodotti dell’agricoltura di qualità, creando nuovo lavoro e facendo restare sul territorio maggiore ricchezza.

A fronte di quello che è accaduto nei mesi scorsi con l’emergenza Covid-19 sembra incredibile eppure la maggioranza di governo della Regione Toscana continua la sua opera di indebolimento della sanità pubblica delle aree considerate periferiche. Risale appena al luglio scorso una delibera che sancisce un ulteriore impoverimento della sanità territoriale grossetana. In pratica si continuano a tagliare e trasferire prestazioni di vitale importanza come dermatologia, oculistica o l’attività consultoriale.

A conclusione di questa visita ho voluto rendere omaggio alla stele partigiana di Follonica. Mi ha profondamente indignato il gravissimo atto di vandalismo neofascista avvenuto a Grosseto alcune settimane fa. Qualche infame ha infatti dato fuoco alla corona di fiori della lapide di Porta Vecchia che commemora i partigiani caduti nella liberazione della città dal nazifascismo e chi è indifferente è complice. Ma ci sono anche atti di vandalismo istituzionale in questa provincia, come quello del Sindaco di Grosseto che ha chiuso l’Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea accampando motivi strutturali ma in realtà compiendo una scelta politica molto grave, assestando un colpo mortale ad un importante luogo di ricerca e di memoria. Se sarò presidente della Regione assicurerò la continuità dell’ISGREC individuando immedtiatamente un’altra sede idonea per consentire il trasferimento della biblioteca e dell’archivio. Finché Provincia e Comune non troveranno un’altra sede, è fondamentale consentire all’Istituto di restare nei locali in cui si trova adesso.

PER VEDERE IL VIDEO DELLA PRESENTAZIONE -> Clicca qui